Tumore alle ossa: sintomi, cura e diagnosi: i campanelli d’allarme

Il tumore alle ossa è una malattia che colpisce le strutture rigide e vitali che costituiscono lo scheletro del corpo umano.

Una qualsiasi cellula che compone il tessuto osseo, se subisce una trasformazione anomala e maligna, può provocare il tumore osseo, che comunque rimane una malattia rara. Al contrario di quanto possa sembrare, le ossa non sono statici o privi di attività vitale. Le ossa, infatti, sono composte da cellule vive che hanno la funzione di costruire e rimodellare la matrice ossea.

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Quali sono i sintomi di un tumore alle ossa? – www.passionecorsa.it

E’ quindi l’osso stesso che può direttamente far nascere un tumore osseo, che si chiama in questo caso “primario”. Se invece un tumore osseo viene provocato da un’altra parte del corpo come dai polmoni o dal seno, si chiama tumore metastatico. Quest’ultimo è più frequente. Esempi di tumore osseo primario invece sono il condrosarcoma e l’osteosarcoma. Tra i giovani l’osteosarcoma è più frequente durante il periodo di rapida crescita scheletrica.

Ma quali sono i fattori a rischio per lo sviluppo di un tumore osseo primario? Gli esperti considerano
l’esposizione a radiazioni, trattamenti precedenti con radioterapia e specifiche mutazioni genetiche, come quelle nei geni oncosoppressori p53 e RB1. Non mancano nella lista nera le sindromi ereditarie, come quella di Li-Fraumeni.

I campanelli d’allarme del tumore osseo

I sintomi più comuni di un tumore osseo sono particolari come, per esempio, il costante dolore o gonfiore in un punto specifico che comunque vanno a peggiorare, tanto da impedire la normale mobilità. Possono anche rivelarsi fratture improvvise senza traumi incisivi, proprio perché l’osso colpito dalla malattia subisce un indebolimento strutturale. Si aggiunge un crescente affaticamento.

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La diagnosi precoce del tumore alle ossa può fare la differenza – www.passionecorsa.it

Per diagnosticare un tumore osseo, il medico può richiedere esami per immagini come radiografie, scintigrafia ossea o PET, seguiti da una biopsia per confermare la presenza di cellule tumorali.

L’ efficacia della cura del tumore osseo dipende dallo stadio del tumore stesso. Di solito si procede con la chirurgia  e la chemioterapia. Oggi, grazie ai progressi chirurgici, è spesso possibile rimuovere solo la parte malata dell’osso e sostituirla con protesi o innesti, evitando amputazioni. La radioterapia, invece, viene utilizzata meno frequentemente, soprattutto per il condrosarcoma o come trattamento palliativo in casi avanzati.

Come si legge su www.airc.it in Italia, si stima che ogni anno vengano diagnosticati poco più di 1 caso ogni 100.000 persone, sia uomini che donne. Questo si traduce in circa 350 nuovi casi annuali. Un elemento importantissimo per migliorare la prognosi nei pazienti con tumore osseo è la diagnosi precoce, in particolare dell’osteosarcoma.

Identificare la malattia nelle fasi iniziali e iniziare tempestivamente un trattamento adeguato può fare una grande differenza. Nelle forme di osteosarcoma individuate precocemente e trattate con un approccio multidisciplinare, la sopravvivenza a 5 anni può raggiungere fino al 70%. Questo risultato è possibile grazie ai progressi nella chirurgia, nella chemioterapia e nelle tecniche diagnostiche avanzate, che permettono un intervento mirato e più efficace

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